Trasferte e rappresentanza: per la deduzione niente contanti
Per le imprese e i professionisti arriva, dal 2025, l’obbligo di pagare le spese di trasferta e di rappresentanza con carte di credito o altri mezzi di pagamento tracciabili.
La stretta, prevista dall’articolo 10 del Ddl di Bilancio per il 2025, riguarderà spese di vitto e alloggio, nonché di trasporto con autoservizi non di linea.
Chi non si adeguerà perderà il diritto alla deduzione del costo, sia ai fini Ires che ai fini Irap, mentre per il dipendente, se chiede il rimborso, scatterà la tassazione in busta paga.
I contribuenti devono rapidamente attrezzarsi per adeguare le procedure dei rimborsi spese in vista nell’inizio del nuovo anno.
Premessa
L’intervento del Ddl di Bilancio sulle modalità di pagamento delle spese di trasferta (vitto, viaggio e alloggio) tende a contrastare, secondo la relazione tecnica, fenomeni di evasione generati principalmente:
- dalla sotto-fatturazione da parte dei prestatori;
- dalla deduzione in capo ai committenti di costi non effettivamente sostenuti;
- dal rimborso di note spese di importo gonfiato o comunque non relative a oneri effettivamente pagati.
A fronte di queste situazioni, il Ddl di Bilancio, di prossima approvazione, introduce, dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024, un generalizzato obbligo di effettuare i pagamenti di spese di vitto, alloggio, viaggio, o trasporto con vettori diversi da quelli pubblici di linea di cui all’articolo 1 della legge 21/1992 (si tratta, in sostanza, di taxi o noleggio con conducente) solo attraverso bonifici bancari o postali, oppure con mezzi di cui all’articolo 23 del Dlgs 241/1997 (carte di credito e di debito, prepagate, assegni circolari e bancari).
Per approfondimenti sulle novità in materia fiscale e agevolata si invitano i clienti a leggere la circolare dello studio.